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ti parlo di me

  • Immagine del redattore: Viola D'Amaro
    Viola D'Amaro
  • 15 giu 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Tavolozza
Provo a scrivervi due righe parlando di me, della mia passione e di cosa significa per me creare valore.

Ho iniziato fin da piccola a disegnare. Verso i 4 anni già mi isolavo per ore ... bastava solo che mi dessero un foglio e dei colori ed io ero felice.

La vena creativa è sempre stata presente in famiglia. Mia madre che ci ha lasciati 6 anni fa mi ha insegnato a creare le prime forme e i primi visi...

Ho due fratelli. Il più piccolo ha sempre disegnato e all'età di 18 anni faceva il designer per un eccellente orafo di Valenza. Ora sia lui che il maggiore così come mio padre sono Chef de cuisine...

Credo vivamente sia anche quella una forma d'arte che ci portiamo nel sangue ...

Beh anche cucinare mi rilassa e mi piace ... ma disegnare è una di quelle cose , come dico sempre, che mi fa smettere di contare le ore.

Disegno e tutto prende colore. Disegno e mi sento viva e sento che potrei farlo per giornate intere senza mai fermarmi.

Disegnare è stata spesso una salvezza dal quotidiano. I miei fratelli da parte del primo matrimonio di mia mamma sono lontani così come lo è stato mio padre dopo la separazione dei miei genitori. Il distacco dal quotidiano e dagli affetti è stata purtroppo una consuetudine nella mia vita.

Prima che la separazione avvenisse i miei mi regalarono il cavalletto, le tele, i colori e i pennelli.... mi sentivo rinata .... ma ancor prima che io iniziassi a prendere coraggio e passare dalla carta alle tele i miei decisero di separarsi e per molto tempo non ci fu più spazio per quella parte di me.

Con lo scorrere degli anni e i continui giudizi del mondo esterno che spesso finivano per atterrarmi iniziai a convincermi che sarebbe stato inutile un istituto d’arte nei miei studi e che quella passione sarebbe rimasta solo un hobby... e nulla più.

Conoscete le vocine ? Quelle nel cervello che non vi mollano mai ?

Anch'io ne ho sempre avuta una ed era quella che mi portava a carta e matita e mi faceva trascorrere il tempo ovattando il rumore delle giornate con il suono del tratto della mina sul foglio.... Beh finiti gli studi universitari pensai ad ascoltare qualche vocina e mi informai sulle varie scuole di interior design per unire il disegno all'amore per l’arte nonché l’arredamento. Purtroppo per via dei costi troppo elevati, anche questo percorso di ricerca si fermò e iniziai a fare mille lavori, uno diverso dall'altro, cercando la mia identità!

Due anni fa iniziai a dire a me stessa che potevo provare a fare qualcosina che andasse fuori dagli album di disegno chiusi nel mio cassetto...

Iniziai a fare qualche ritratto personale e per i miei cari ... un’iniziale piccola visibilità avvicinò amici e amici di amici con la richiesta di ritratti personali o da regalare.

L’anno scorso la sfida decisiva: un amico mi disse di fronte a un quadro "... Sapresti farne una copia d’autore personalizzata?" E io risposi che avrei potuto farcela....

Ce la feci! Acquistò il quadro. Ritrovai il mio coraggio.

Avevo comprato solo un paio di pennelli e i colori primari: giallo blu e rosso e bianco e nero per le sfumature (reminiscenze di lezioni delle scuole medie rimaste impresse nell'anima).

Credo che l’anima, il cuore o come volete definirlo, ricordi tutto ciò che è e ci sarà indispensabile... Così è stato per me .

Da un hobby che mi aiutasse a superare le difficoltà della vita ne ho tirato fuori la possibilità di farne parte integrante della mia attività lavorativa. La decisione avvenne a febbraio dopo l’ultimo lavoro d’ufficio che alienava poco a poco la mia anima artistica.

Addetta alla logistica di questa azienda di Battipaglia, passo da una mansione all'altra. Così come il mio animo anche il mio ambiente mi sballottava a destra e a manca in cerca di un'identità. Lì conobbi tante persone che ad oggi sono amiche, nonché dolce ricordo di quella breve ma intensa esperienza . Tra le tante conobbi Sara.

Tra una chiacchiera e l’altra confortandoci a vicenda sulle difficoltà di questa vita arrivammo a parlare delle nostre passioni: lei la danza e io la pittura. Su questo mi diede l'input. Ad oggi focalizzo questo come il momento che fu decisivo per la mia vita in ogni sua parte. Mi nominò vari musei fra cui il Museo Roberto Papi di Salerno dove sarebbe stato possibile esporre gratuitamente i miei futuri quadri.

Beh in un mese e mezzo ho lasciato il lavoro e mi sono dedicata anima e corpo al mio obiettivo: la mostra .

Nella vita c’è sempre un primo passo da fare che a volte è il più difficile ma anche il più determinante.

Ho ricominciato a vivere. Sono ritornata da me stessa e non la voglio più lasciare. Non è semplice perché per costruire un futuro c’è purtroppo bisogno anche di soldi ma con la giusta determinazione si più trovare il giusto compromesso tra passione e lavoro. La passione non è una cosa solo nostra. La passione è quella nostra competenza quel palpito interno che può farci creare quel valore importante e fondamentale nella nostra società. Dunque ad oggi vi dico che il lavoro non è quella cosa distante e fatta con malavoglia ma è la linfa vitale delle nostre giornate che ci permette inoltre di creare benessere anche all'interno della nostra famiglia .

Per la mia prima personale dal titolo #ascoltando #violetjas_art che si è tenuta presso il museo Roberto Papi (centro storico di Salerno) ho scelto un percorso sensoriale tra musica, colori ed evoluzione di emozioni.

Quell'evoluzione che è stata la mia e che è la vostra, in ogni passo che compirete ogni giorno della vostra vita !

Di seguito le interviste:

La Città:Un universo creativo partendo dalla musica

Zerottonove: Mostra d’arte a Salerno, intervista all’artista emergente D’Amaro


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